VIAGGIO IN EUROPA
L’idea di fare questo mio viaggio nella rete, nasce da una serie di considerazioni relative al mondo delle immagini, che ormai, ci arriva da ogni parte del globo.
Attraverso ogni mezzo di comunicazione dell’era digitale, queste si fissano sulla retina dei nostri occhi per poi scomparire per sempre, lasciando al nostro interno fantasmi del mondo moderno.
Un altro elemento che ha giocato a favore di questo progetto, è stato il luogo “chiuso”, nel quale trascorro la maggior parte del mio tempo, con gli occhi dritti di fronte a monitor, alle prese con fotografie di oggetti preziosi.
Così, sospeso nella tensione di un rapporto interno-esterno, sono entrato in un processo di immaginazione, attraverso il quale si esprime il desiderio di percorrere l’intera Europa. A questo punto mi sono messo in cammino sui fili del telefono, prendendo in considerazione quelle immagini che ognuno di noi scatta quando va in viaggio; le ho ripulite da alcuni elementi, gli ho dato una nuova luce, le ho mescolate poi con altre immagini, fino a raggiungere il luogo che si era formato nella mia mente, attraverso le tante informazioni, talvolta anche fonetiche.
Dico anche fonetiche, perché, ad esempio, Sarajevo, come Belgrado, è una città che ho sempre sentito alle prese con la guerra e quindi l’ immagino ancora in quello stato. Tirana l’ho vista come una città che si potesse elevare oltre le nuvole, la dove gli uomini si potessero sentire liberi.
A Londra ho visto una mescolanza tra Turner e Jack lo squartatore, mentre Retkiavik, fin da ragazzo l’ho immaginata come un luogo carico di fiaba. A Praga un uomo si arrampica ad un palo, mentre a Tallin una sposa é sola sui binari del treno, lasciata dal marito mercante, e cosi via……
L’idea invece, di montarle in polaroid è nata per dare permanenza e fissità a quelle immagini fugaci, grazie alle quali costruisco questo mio viaggi nella rete; infine attraverso la stampa nella camera oscura sento quella sensazione di contatto con il luogo quasi immaginando, anche solo per un istante, di esserci entrato fisicamente.
Ma alla fine resta solo l’immagine di un luogo che forse non esiste e lo spettro della mia presenza. Luciano D’Inverno
27 immagini
Formato 26×20 cm
Stampa ai Sali d’argento su carta baritata matt.
T/6
Anno 2008 2010